BCP, vinta la sfida Covid

Utile di oltre 5 mln di euro. Obiettivi raggiunti durante la pandemia, rilancio della Banca e patrimonio più solido.

BCP, vinta la sfida Covid

da Il Mattino dell'11 giugno 2021, a firma di Nando Santonastaso

Era una sfida a tutti gli effetti, difficile quanto inevitabile come sa bene chi segue le vicende del credito. Averla vinta, nonostante le pesanti incognite aggiuntive create dalla pandemia, è un titolo di merito di cui la Banca di Credito Popolare può legittimamente andare orgogliosa. Nei tre anni del piano industriale varato dal Consiglio di amministrazione presieduto da Mauro Ascione e affidato alla competenza assoluta di un manager come Felice Delle Femine, Direttore generale dell’istituto, sono stati raggiunti tutti gli obiettivi. E che fossero a dir poco strategici dà ancora di più il senso del risultato finale: perché avere ottenuto contemporaneamente (e l’avverbio non è casuale) il rafforzamento patrimoniale, la riduzione dei crediti deteriorati (gli ormai arcinoti NPL) e il rilancio della Banca sul piano commerciale e del brand rappresenta il coronamento di uno sforzo pianificato e soprattutto sempre condiviso tra soci-azionisti e direzione. E’ per questo che ieri mattina, al termine dell’Assemblea che ha approvato il Progetto di Bilancio e la Dichiarazione Non Finanziaria per l’esercizio 2020, si respirava il giusto clima di soddisfazione a Palazzo Vallelonga, storica sede della Bcp. Soddisfazione, appunto, ma niente euforia: la sobrietà e il senso di equilibrio che hanno contraddistinto l’attuale gestione non sono venuti meno neanche stavolta. Uno stile, ormai riconoscibile, che fa della concretezza e della cultura del lavoro il suo tratto distintivo.

Eppure di entusiasmo ce ne sarebbe, eccome, da condividere considerate le voci di bilancio più significative, con l’utile netto superiore alle attese (5,5 milioni ln su una previsione di 5,2 milioni) e la crescita di tutti gli indicatori, dalla solidità patrimoniale alla raccolta, agli impieghi. Dal Piano industriale è uscita una Banca che non solo ha consolidato la sua leadership tra le Popolari della Campania, reso ancora più concreta e positiva la sua azione sul territorio a sostegno di imprese e famiglie e visto crescere la sua clientela, confermando altresì che ad ottobre si valuterà anche la distruzione di un dividendo ai soci-azionisti. La Bcp 2021 è ora in grado di competere anche con le big del credito che operano sullo stesso territorio perché proprio il rapporto con il territorio si è rivelato la carta vincente. “Local significant, ovvero conoscenza delle reali esigenze dei nostri clienti e capacità di essere al loro fianco con soluzioni innovative, moderne ma sempre del tutto sostenibili”, spiega il presidente Mauro Ascione.

Sono parole che indicano di fatto già il percorso del prossimo triennio, a partire dall’approccio con il Pnrr: “Noi crediamo, specie in chiave Mezzogiorno, nelle ampie opportunità di sviluppo legate all’attuazione del Piano di resilienza e di ripresa, rispetto al quale possiamo essere un punto di riferimento” dice Delle Femine. E spiega: “Molte delle risorse del Next Generation Eu faranno riferimento alla Pubblica amministrazione nei cui confronti il ruolo svolto dalla Banca è sempre stato positivo e responsabile. Il rafforzamento del capitale umano in termini di maggiori competenze, attraverso opportuni processi di formazione è uno degli impegni prioritari per ridurre il gap tra Nord e Sud e assicurare sbocchi occupazionali di qualità ai nostri giovani: siamo pronti a sostenere questi percorsi”.

Tanti, come detto, gli indicatori positivi che segnalano la vitalità della Bcp. “Le masse intermediate hanno superato a fine 2020 i 4,4 miliardi. In particolare, grazie alle nuove erogazioni a famiglie ed imprese del territorio, che sono state pari a 528 mln, si registra una crescita per oltre 280 milioni (+23,4%) dello stock riferito agli impieghi alla clientela in bonis, salito a 1,480 milioni. Risultano, altresì, in aumento la raccolta diretta (+11,9%) e la raccolta indiretta al netto della componente istituzionale (+1,9%) trainata, quest’ultima, da una produzione di 74 mln circa nel comparto bancassicurazione e risparmio gestito”. Per non accennare alle operazioni di cessione di crediti deteriorati che – in linea con le previsioni di Piano Industriale – “hanno consentito di registrare un sensibile miglioramento sia dell’NPL Ratio lordo, calcolato secondo le metriche BCE (denominatore inclusivo delle esposizioni interbancarie), sceso al 12,3% (dal 19,8% di fine 2019) sia dell’NPL Ratio netto sceso al 7,34% dall’11,48% di fine 2019”. Alla base delle scelte che guidano l’operato del nostro Istituto – ribadisce Ascione - permangono valori etici sui quali, in questi anni, abbiamo edificato un vero e proprio patto di fiducia con i nostri soci e clienti”. Un senso di appartenenza, insomma, che come aggiunge Delle Femine, “è anche una scelta precisa di responsabilità sociale e di corretta gestione”. Senza tutto ciò sarebbe stato forse possibile ridurre i costi ma non anche rilanciare i ricavi: la Bcp è riuscita anche in questo.